La branca più moderna della medicina.
A cura di Giorgio Pitzalis
La Medicina Funzionale, attraverso lo studio della fisiologia e della biologia, si configura come modello diagnostico-terapeutico per una raffinata integrazione alle metodiche convenzionali.
La medicina funzionale focalizza il proprio interesse sui cosiddetti “disturbi funzionali” manifestati da un soggetto, ponendo l’accento sulla causa invece che sul sintomo.
La medicina funzionale nasce dalla volontà di ricollocare in ambito medico le situazioni borderline, a volte “funzionali” anche per la medicina scientifica.
Ogni evento, fisiologico o patologico che sia, presenta una componente funzionale che deve essere individuata al fine di ritornare allo stato di equilibrio.
La peculiarità dell’approccio funzionale è l’attenzione prevalente alla reattività fisiologica e alla capacità di autoregolazione del sistema biologico.
L’obiettivo è dunque mettere il sistema in condizione di recuperare da solo, compensando gli elementi stressogeni, responsabili dei sintomi. Tra i meccanismi di regolazione dei sistemi viventi vi è la regolazione neurovegetativa (sistema ortosimpatico e parasimpatico), la regolazione metabolica (catabolica o anabolica) e la regolazione cerebrale.
Fulcro della medicina funzionale è dunque la conoscenza dei meccanismi fisiologici di regolazione, al fine di individuare rapidamente il giusto protocollo terapeutico per favorire la corretta performance del sistema.
La medicina funzionale non segue particolari filosofie e non utilizza metodologie diverse da quelle della medicina scientifica, intervenendo efficacemente sulle più frequenti patologie ambulatoriali (acute e croniche) e soprattutto nel campo preventivo.
Tale metodologia consente, oltre al classico impiego dei farmaci di sintesi, anche l’uso terapeutico di molecole proprie delle discipline naturali (Fitoterapia, Sali biochimici, Omeopatia e Nutraceutica) offrendo, pertanto, al medico ulteriori opportunità terapeutiche, fondate su basi rigorosamente scientifiche derivanti dalle proprietà farmacologiche in relazione ai costituenti chimici presenti.
La medicina funzionale offre sia al medico sia al paziente la possibilità di avere un approccio in grado di spiegare la causa o le cause di un problema di salute, senza doversi focalizzare sul sintomo.
Tra gli aspetti positivi della medicina funzionale vi è l’integrazione della malattia con la comprensione della fisiologia e della funzione, la ricerca di interventi terapeutici proporzionati all’entità del disturbo e di protocolli terapeutici efficaci nella prevenzione e nella patologia.
Nel fare ciò, la medicina funzionale rivolgerà l’intervento terapeutico verso il supporto nutrizionale, l’omeopatia e la fitoterapia.
Qual è la differenza con la medicina tradizionale?
Non esiste una contrapposizione tra la medicina tradizionale e la medicina funzionale ma un approccio molto avanzato che condivide con le medicine olistiche più antiche gli stessi concetti-base.
Nella medicina funzionale ogni paziente è unico.
Per ogni persona dunque esiste una terapia in grado di condurla a uno stato di completo benessere, oltre che una serie di regole di vita in grado di farla stare in salute.
La scelta della specifica terapia viene fornita dallo stato del sistema biologico e della funzione d’organo o d’apparato su cui si sceglie di intervenire.
Per risolvere problematiche legate sia alle patologie organiche che funzionali, la medicina funzionale utilizza i sistemi di cura convenzionali laddove ritiene insufficienti o inefficaci le tecniche terapeutiche non convenzionali o laddove lo renda necessario il quadro patologico.
Tra gli approcci “alternativi” maggiormente utilizzati dalla medicina funzionale vi sono sicuramente:
- agopuntura
- osteopatia
- fitoterapia
- medicina ortomolecolare
- omeopatia
Al contrario, l’esistenza nella medicina moderna delle specializzazioni, sempre più cresciute di numero, è la prova flagrante dei suoi presupposti antitetici rispetto a quelli delle medicine olistiche: si cerca di studiare un particolare alla volta, isolato da ogni contesto, in modo sempre più dettagliato per poter intervenire farmacologicamente nel modo più mirato possibile, come se l’origine del problema fosse necessariamente lì.
Mentre la medicina scientifica è alla continua, ossessiva ricerca di un preciso agente chimico-fisico (e quindi materiale) che possa considerarsi la causa di un fenomeno studiato, nella medicina funzionale, ad esempio, si prendono in considerazione rapporti analogici (e non causali) esistenti tra gli elementi in gioco in quanto in natura tutto è ritmo, tutto è sottoposto a cicli, i quali obbediscono tutti alle stesse regole e hanno gli stessi punti di riferimento.
Perciò una perturbazione che si verifica in un settore si ripercuoterà analogamente anche negli altri.
Attraverso le sensazioni tattili trasmesse dal polso (la “consistenza”) l’esperto nelle medicine in questione è in grado di percepire le svariate qualità energetiche in tutte le loro possibili sfumature che gli consentono di svelare eventuali anomalie e la loro localizzazione prima che queste sfocino in sintomi conclamati e in disturbi clinicamente accertabili, cosa impossibile ai mezzi della medicina moderna.
In questo modo è possibile non solo formulare diagnosi precise in caso di disturbi in atto, o confermare ciò che è emerso attraverso altri criteri di diagnosi, ma soprattutto conoscere la condizione reale del soggetto al momento dell’esame e la sua possibile evoluzione, anche se in stato di apparente salute, al fine di dare così i suggerimenti necessari per una vera prevenzione.
Non dimentichiamo infatti che lo stato di salute non si definisce per l’assenza di precisi sintomi, come del resto dichiara l’OMS, e che considerare un soggetto (che non a caso si sottopone a visita medica) “malato immaginario” solo perchè i suoi esami clinici hanno dato esito negativo è una prassi che nasconde un’ignoranza di fondo della medicina moderna.
Pertanto, ben lungi dai rimedi sintomatici e dai protocolli standard della medicina istituzionale, la medicina funzionale è altamente personalizzata in quanto cura l’individuo e non la “malattia”.
Essa ricerca sempre la radice profonda del disturbo, non la semplice eliminazione dei sintomi, che possono avere dunque cause diverse e, riconoscendo (come del resto tutte le medicine naturali) le innate capacità di autoguarigione di ogni organismo vivente, stimola quest’ultimo a ritrovare il suo equilibrio senza forzature ed effetti collaterali dovuti a farmaci artificiali, semplicemente fornendogli tutte le risorse necessarie.
Per realizzare tutto questo si avvale di tutte le conoscenze e le metodiche dimostratesi valide nella storia della medicina in opportune combinazioni che si adattino di volta in volta al paziente.
Essa integra così le conoscenze accademiche classiche con acquisizioni più recenti ma spesso non ancora ufficializzate.
Ecco dunque una speciale attenzione a microbioma, genomica, epigenetica, biologia ortomolecolare, tutte discipline dimostratesi determinanti per affrontare le malattie degenerative che affliggono oggi l’umanità.
È proprio qui infatti che la medicina funzionale dimostra la sua schiacciante superiorità rispetto alla medicina ufficiale, che invece eccelle nel trattare problemi acuti ed emergenze come infezioni, attacchi cardiaci e nell’effettuare con successo mirabolanti operazioni chirurgiche.
Si parla comunque di conoscenze scientificamente dimostrate, quindi non sono contemplate pratiche come, ad esempio, la pur validissima lettura cinese dei polsi (che oltretutto richiede allenamento ed esperienza), ma ciò non impedisce di ricorrere talvolta, accanto a nutriterapia, fitoterapia, medicina ortomolecolare, psicologia e perfino ai comuni farmaci (quando proprio necessari), a pratiche come l’agopuntura, l’osteopatia e l’omeopatia.
Oggi i principali problemi di salute sono proprio la conseguenza della concezione riduttiva e superata della medicina ufficiale: allergie, stati infiammatori cronici, disturbi mentali e comportamentali, malattie degenerative sono tutti problemi sistemici collegati fra di loro che non possono essere risolti completamente e definitivamente fino a quando saranno trattati con i soliti rimedi sintomatici.